Sangiovese
Storia del vitigno toscano

Il Sangiovese è il re dei vitigni autoctoni toscani. È un’uva a bacca nera di cui esistono 30 cloni e che è conosciuto con nomi diversi nelle differenti aree della regione: è San Gioveto in Chianti, Prugnolo gentile a Montepulciano, dove viene utilizzato per il Nobile, Morellino nel grossetano e Brunello a Montalcino, dove dà vita agli omonimi vini.

La nostra regione è famosa in tutto il mondo per una ricca produzione di vini di altissimo pregio, nei quali il Sangiovese è protagonista indiscusso. Non è un caso, infatti, che su tutto il territorio toscano si contino ben sessantamila ettari di vigneti, di cui i 2/3 coltivati a Sangiovese.

vigneto

Dobbiamo aggiungere che il Sangiovese viene coltivato anche in altre regioni del Paese, soprattutto del Centro Italia, ma è in Toscana, la sua terra, che si esprime al massimo. È, infatti, il vitigno principe fra le DOC, le DOCG e i Supertuscans.

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La storia del famoso vitigno


Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte. C’è chi sostiene che questo vitigno era già conosciuto all’epoca della Magna Grecia e veniva chiamato Sanctus Zeus. I Romani avrebbero poi adattato il nome con la loro traduzione di Zeus, che è Giove, per cui, nel corso dei secoli, sarebbe arrivato fino a noi il nome Sangiovese.

In realtà, le prime informazioni storicamente certe riguardo alla coltivazione di questo vitigno risalgono al XVI secolo: il Sangiovese viene citato in alcuni documenti ufficiali dove viene designato con i nomi “Sangiocheto” o “Sangioveto”.

E anche riguardo all’origine del nome abbiamo informazioni tutt’oggi incerte.
Le teorie sono molte. Una di queste, abbiamo visto, farebbe risalire il nome a Zeus/Giove. Secondo un’altra, invece, il nome Sangiovese avrebbe una connotazione geografica e deriverebbe molto semplicemente da “sangiovannese”, ovvero “originario di San Giovanni Valdarno”, cittadina dell’aretino.

Secondo un’altra interpretazione geografica, invece, la parola Sangiovese deriverebbe da “sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove”, facendo riferimento ad un’ipotetica origine romagnola del vitigno: in questo caso il Sangiovese proverrebbe dal Monte Giove, situato nei pressi di Santarcangelo di Romagna.
In ultimo, stando ad una interpretazione dialettale, l’origine della parola Sangiovese andrebbe ricercata nella definizione “uva sangiovannina”, ovvero uva che germoglia a fine giugno, in concomitanza con la festività di San Giovanni.

Le caratteristiche
Ciò che rende il Sangiovese un grande vitigno è riscontrabile nei vini che con esso vengono prodotti.

In generale, i vini ottenuti tramite la vinificazione del Sangiovese si distinguono per un buon livello di tannicità e di acidità, per la loro struttura, per il loro corpo, per la pienezza di gusto, per l’eleganza e per la capacità di invecchiamento.
Alla degustazione, possiamo individuare il Sangiovese nei sentori primari di prugna, ciliegia e mora, che, invecchiando il vino, virano verso le confetture di questi stessi frutti.


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